-“ma tu mi ami?” chiese Alice.
“No, non ti amo!” rispose il Bianconiglio.
Alice corrugò la fronte ed iniziò a sfregarsi nervosamente le mani, come faceva sempre quando si sentiva ferita.
-“ecco, vedi?” – disse il Bianconiglio- “ora ti starai chiedendo quale sia la tua colpa, perché non riesca a volerti almeno un po’ di bene, cosa ti renda così imperfetta, frammentata. Proprio per questo non posso amarti. Perché ci saranno giorni nei quali sarò stanco, adirato, con la testa tra le nuvole e ti ferirò. Ogni giorno accade di calpestare i sentimenti per noia, sbadataggine, incomprensione.
Ma, se non ti ami almeno un po’, se non crei una corazza di pura gioia intorno al tuo cuore, i miei deboli dardi si faranno letali e ti distruggeranno.
La prima volta che ti incontrata ho fatto un patto con me stesso: mi sarei impedito di amarti fino a che non avessi imparato tu per prima a sentirti preziosa per te stessa. Perciò Alice no, non ti amo. Non posso farlo”
Conosci la storia di Alice e il Bianconiglio?
Caro Lettore oggi voglio raccontarti una verità che s’incarna in ognuno di noi -Ciò che succede all’esterno è un gran riverbero di ciò che accade dentro-.
Tanto più sappiamo ascoltarci, assecondarci, connetterci ai nostri bisogni , tanto più siamo nel potenziale dell’amore autentico verso noi stessi e verso un ipotetico altro.
Vedo e ho vissuto Amori che erano la rappresentazione logora di un tentativo all’amore, un esperimento mal riuscito ad accogliere l’altro cosi come è, uno sforzo stanco di prendersi la responsabilità della propria felicità.
Amarsi che significa?
Per rispondere a questa domanda, io porto con me sempre un concetto: amo la persona con cui sto, ma non sarà mai in grado di rendermi felice, perché è mia responsabilità ESSERE FELICE, amarmi.
Attenzione ad un fatto: essere amati da qualcuno che in modo autentico e costante ama se stesso rassicura in un modo differente. Perché? Perché sai di essere amato da un luogo di desiderio, e non di bisogno.
Io so che, i miei vuoti, il mio buio, le mie ombre, il mio dolore, la mia malinconia, le mie domande logoranti, il mio dentro, non possono essere risolti da qualcuno che è fuori da me; e questa consapevolezza che ho mi rallegra, mi coccola, perché nessuno sa meglio di me dove mettere le mani per amarmi;
posso comunicarlo certo, posso chiedere aiuto certo, posso guidare l’altro dentro di me certo;
ma posso farti vedere la strada soltanto perché io ci sono gia stata, soltanto perché io mi sono attraversata ancor prima di farti entrare, perché mi amo ancor prima di amarti.
Sono stata spaventata dalla solitudine in passato, ho creduto che la mia vita avesse davvero sapore solo quando ero innamorata di qualcuno/a, ho attraversato l’egoismo di delegare la responsabilità della mia felicità, ho ignorato il mio interno per molto tempo; poi ho scelto di amare il luogo dove sono sola con me stessa, ho scoperto che quello spazio era per me sacro, di vitale importanza, ricco di energia nuova, comodo per riposare, essenziale per riprendere a respirare ogni volta che ne avrei avuto bisogno.
Scegliere di amarsi, scegliere di intraprendere il rapporto di amore con se stessi, significa anche vivere nella generosità. Nessuno merita la pesante responsabilità della mia felicità, nessuno.
Insegni tu agli altri come amarti, ma soltanto perché ogni giorno tu ti occupi di innaffiare l’amore verso te stesso.
Inizia ad amare in modo autentico, ad amarti;
Devi solo trovare il coraggio di essere all’altezza della tua meravigliosa intensità ,caro Lettore.
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