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Camilla Burini

Qual è il legame tra accettazione di sé, libertà e sovversione?


"Mi sono mancate molte cose, sì, ma solo alla mia mente, l'anima non necessita di dimostrazioni, e poi l'unica cosa che volevo era che tu proseguissi per la tua strada. Con me o senza di me, in realtà poco importa. Io lo so che i maestri sono fatti per essere lasciati"

Ogni viso che incontri, ogni mano e sguardo che incroci sono qui per raccontarti qualcosa, qualcosa di te.

Non t'incontra per dirti che non sei abbastanza o che hai bisogno di miglioramenti, l'altro t'incontra per dirti che è complicato amarsi in modo sferico e totale, che le parti di te che non ami, non le ami a tal punto da non volerle nemmeno affermare dentro di te; ecco che ti parlano da fuori come "altro".

Questo guardare/vedere senza giudizio l'altro, cercare nell'altro quello che parla di te ti regala una libertà che scardina ogni dipendenza, che ribalta l'idea che "qualcuno ce l'abbia con te". Un punto di vista impegnativo che richiede "impegno" e accoglienza.


L'incontro con l'ombra non è affatto facile, anzi è scabroso, destabilizzante, a volte scioccante, sgradevole, qualcosa che si rimanda sempre. Jung dice: " l'Ombra governa il mondo della proiezione, cioè tutto quello che si rimuove di sé, perché non lo si accetta, poi lo si scorda e infine lo si proietta sugli altri e glielo si rinfaccia, giudicandoli, svalutandoli, dominandoli"


Prova a vederti nell'altro, che cos'è che non ami di te? Che cosa non ami a tal punto da poterlo vedere e accettare solo su qualcun altro?


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