...è proprio così.
La lunghezza, ma anche la bellezza della vita è data proprio da quei giorni che resteranno scolpiti per sempre nella nostra memoria e che in un modo o nell'altro ci faranno compagnia per tutta la nostra vita.
Emozioni, esperienze, viaggi, ma anche difficoltà, incontri e scontri.
Ma è possibile vivere sempre giorni diversi? ce li ricorderemo tutti in questo modo?
Oramai dieci anni fa ho conosciuto la mia attuale compagna, ci siamo rivisti dopo quasi 20 anni, avevamo fatto le superiori assieme ma in classi diverse, sai quelle persone che incroci nei corridoi e saluti con cenno della testa? ...Ecco noi ci conoscevamo così, amici ed amiche in comune, ma soprattutto lei era bellissima, per cui non potevi non conoscerla almeno di fama. Io invece ero "normale", non mi è mai mancato nulla, ma non facevo certo le file di ragazze sotto casa. Insomma, meno di Madonna più di Madre Teresa.
Ci siamo risentiti dopo anni un po' per caso o forse per coincidenza... ma io proprio il giorno prima ero stato ad una conferenza sulla "Non casualità delle coincidenze" per cui a questa cosa avevo dato probabilmente un peso diverso.
Insomma ci siamo incontrati a Rimini qualche giorno dopo e...
non ci siamo neppure detti ciao, abbiamo comiciato a baciarci, finendo sulle panchine di fronte al Grand Hotel come due sedicenni, siamo rimasti li perdendo completamente la nozione del tempo e dello spazio, avete presente come succede nei sogni? Ecco questo è stato il mio sogno... non so se capiti a tutti presto o tardi nella vita, a me è capitato.
Ed ha cambiato forse il mio modo di vedere le cose.
Il concetto potrebbe essere espresso con una sola parola inglese di cui in realtà non esiste una vera e propria traduzione in italiano. Serendipity. Il termine in realtà è un neologismo che indica la fortuna di fare felici scoperte per puro caso, o anche, il trovare una cosa non cercata ed imprevista mentre se ne stava cercando un'altra.
L'autore del neologismo è dello scrittore Horace Walpole che coniò serendipity nel lontano XVII secolo. Il termine deriva da Serendip, che altro non è che l'antico nome persiano dello Sri Lanka; Walpole fu ispirato dalla lettura della Fiaba persiana "Tre prìncipi di Serendippo" dello scrittore Cristoforo Armeno della metà del 1500, nel cui racconto i tre protagonisti trovano sul loro cammino una serie di indizi e fortunate intuizioni, che li salvano in più di un'occasione. La storia descrive le scoperte dei tre prìncipi come percezioni e sensazioni dovute sì al caso, ma anche allo spirito dei tre ed alla loro sviluppata capacità di osservazione. Una famosa e divertente frase per descrivere il concetto di serendipità è del ricercatore biomedico americano Julius H. Comroe che definisce questo atteggiamento o capacità come il cercare un ago in un pagliaio e trovarci dentro la figlia del contadino. Oltre a essere indicata come questa specie di sensazione, la serendipità indica anche il tipico elemento della ricerca scientifica, quando scoperte importanti avvengono in maniera apparentemente casuale mentre si stava ricercando altro. Il concetto è che se il ricercatore sapesse già esattamente quello che sta cercando, non avrebbe bisogno di cercarlo, bensì gli basterebbe avere una conferma di una realtà che già prevede esista.
Empiria vuole essere quel sogno, vuole essere emozioni, gioco, esperienza, incontro, vuole essere confronto, ricordo, suggestione. Vuole essere quella giornata o quell'esperienza che resterà scolpita nella mente di chi ne prende parte.
Quel giorno diverso da vivere. Quelli per cui vale la pena farlo.